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COMU ‘NA JORNATA – di Stellario Belnava [+ libro gratis]
In esclusiva per il nostro sito, abbiamo il piacere di pubblicare l’ultimo lavoro del professore Stellario Belnava: una poesia ritrovata incompleta dopo circa trent’anni e terminata oggi. COMU ‘NA JORNATA Scuràu, ‘ntornu è serenu, l’aria è duci, si queta chjanu chjanu ogni rumuri, è tardu e non si senti cchjù ‘na vuci, scumpàri ogni tormentu, ogni doluri. ‘Sta luci già si perdi dintr’ ‘o scuru, è ‘n’atru jornu ormai chi si ndi va, ‘stu suli russu sta morendu puru e arretu all’orizzonti scindi già. Pari ‘sta vita comu ‘na jornata: era matina, non passava mai, poi fici menzijornu a ‘na volata e ‘mu si faci notti è prontu ormai,…
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LOST IN PORTOGALLO EP. 2 – UN CALABRESE IN PORTOGALLO
Non parlo portoghese. Non so quanto ci azzecchi, ma non parlo nemmeno spagnolo. Conosco giusto qualche parolaccia. In Spagnolo, dico. E, di più, a causa del Covid sono due anni che non viaggio, perciò anche il mio inglese è arrugginito. Quando mi avvicino al bancone dell’InfoPoint, al centro del Terminal, conto di essere il più concentrato possibile. «Hello, I’m italian, my english is not good and I’m in Portougal for a mistake». La signorina spalanca gli occhi e la bocca e mi risponde: «In che senso è qui per errore?». Mostro la carta di imbarco digitale e, sempre in inglese masticato, spiego che avrei dovuto andare da Treviso a Lamezia…
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LOST IN PORTOGALLO EP. 3 – TROPPE COINCIDENZE
Il 28 luglio ho preso un aereo da Lamezia a Treviso, preciso, puntuale, sono sbarcato con un po’ di ritardo soltanto perché c’è stata una grandinata colossale e la torre di controllo ci ha tenuto in aria per mezz’ora prima di darci il permesso di atterrare. Il taxista che mi ha accompagnato al B&B dove avrei alloggiato per i tre giorni successivi (un grazioso appartamentino bagnato dal Canale Cagnal, adagiato tra due bellissimi mulini, vicino alla chiesa di San Francesco), mi ha spiegato che il maltempo aveva fatto parecchi danni e che era tutto il giorno che si guastava e si sistemava, rovesciando tonnellate di ghiaccio e asciugando subito dopo.…
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LOST IN PORTOGALLO EP. 4 – RITORNO A CASA
Sono partito da Treviso, diretto a Lamezia Terme, e mi sono ritrovato a Porto, in Portogallo. Come è successo, nessuno lo sa. Forse un misto di coincidenze, errori, sbadataggine – mia e altrui. Ryanair, dal Portogallo, mi ha rispedito in Italia già 12 ore dopo: volo verso Bergamo, diretto e tutto pagato (ben quattro voucher da 4 euro ciascuno da spendere in aeroporto per cibo, acqua e leccornie varie – un’abbuffata), ma per tornare a Lamezia ho dovuto sbattere un po’ di più. Non è stato un viaggio dell’orrore, anzi: mi sono sentito un po’ Tom Hanks nel film The Terminal. E poteva sicuramente andare peggio (per esempio: «Poteva piovere!»).…
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LOST IN PORTOGALLO EP. 5 – IL GIOCO SI FA DURO
«Purtroppo, non posso darle il numero di posto. Leiè in lista di attesa e quindi dobbiamo aspettare la chiusura del check-in, anche di quello on line». Cerco le parole: «Non ho capito». «Il suo biglietto è… per caso è un dipendente? Un collega?». «No, mi hanno smarrito come un bagaglio: dovevo andare a Lamezia e mi sono ritrovato in Portogallo». Lei ride. «Che storia è questa: non ho il posto?». In pochissime parole, mi spiega che il volo per Lamezia è pieno e prenotato addirittura per il 10% di posti in più. C’è quindi una lista di persone senza posto e io sono lì in mezzo. «Non credo alle mie…
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The social dilemma. Facciamo un passo indietro.
L’altro giorno ero a Matera a ritirare un premio letterario e, subito dopo la cerimonia, ho chiacchierato con un “collega” scrittore a proposito dei social media. Da parte sua, lamentava la sempre più diffusa tendenza da parte degli scrittori famosi e meno famosi di passare sempre più tempo sui social. Dal canto mio, riferivo che, secondo me, il problema dei social è molto più generico e, sì, ogni categoria lo sente in maniera diversa e rispetto a se stessa, ma che il danno più potente è sulla nostra psiche. Fornivo un esempio: i social sanno quello che ci piace e ce ne propongono sempre di più, così che siamo portati…
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C’è stato un tempo in cui mi prendevo delle cotte pazzesche
C’è stato un tempo in cui mi prendevo delle cotte pazzesche. Erano delle cotte sincere, infatuazioni potenti che muovevano i miei pensieri, le mie parole e, soprattutto, le mie azioni. Era un bel tempo, sotto certi aspetti, ma era anche brutto, sotto altri. Succedeva per esempio che le scrivevo una poesia, che poi poesia non era, o le dedicavo una canzone, che però stonavo come una cornacchia, e lei niente: nemmeno mi degnava di uno sguardo, di un sorriso o di un mi piace. Succedeva che passavo cento volte al giorno sotto casa sua e non si affacciava. Che andavo a mare dove andava a mare lei e non indovinavo…
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Come sopravvivere: me lo chiedo anche io (Dal diario di Pino Napoli)
«Vedrai, è un tipo divertente Saso», rassicuro Andrea, mio figlio, nove anni, mentre mi accingo a suonare il campanello. Guardo in alto, in attesa di scorgere qualche segno di vita dalla casa. «Sta lassù, all’ultimo piano», gli spiego. Anche lui guarda in alto, verso certe tapparelle che, lo avrei scoperto in futuro, con il buono o il cattivo tempo, rimangono perennemente e misteriosamente calate. «Sai, lui abita con una zia», continuo a ragguagliarlo sul nostro nuovo amico. «Wow», fa lui, «Vive con la zia? Come Spiderman?». «Più o meno. Bella osservazione comunque». Una tapparella lassù al piano più alto si apre, a sufficienza per lasciare passare un mento barbuto, non…
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Hai scritto o vuoi scrivere un libro?
Scrivere un libro è difficile, è la prima cosa che impara uno scrittore. A volte, si ha la sensazione di seguire le orme di Sisifo, spingendo un sasso su per un declivio per vederlo tornare a valle subito dopo, infinite volte. Scrivere un libro è una vera impresa e spesso, una volta scritta la parola fine ed estratta l’ultima pagina dal rullo della macchina da scrivere, si guarda la pila di fogli sulla scrivania con aria sconsolata e ci si chiede se non sia stata una fatica inutile. C’è qualcosa di buono in ogni libro portato a termine – è già stata una impresa portarlo a termine! – ma a…
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Laboratorio di scrittura on line – Un romanzo in 100 giorni
Avete mai avuto una grande idea per un romanzo? Avete mai provato a scriverla senza però riuscirci? Avete mai cominciato a raccontare una storia con molto entusiasmo solo per arenarvi dopo il primo, secondo, forse il terzo capitolo? Vi siete mai scontrati con il cosiddetto Blocco dello Scrittore? Avete mai pensato che “Scrivere è una cosa meravigliosa, ma… non ho tempo?” Se avete risposto affermativamente ad almeno una di queste domande, è molto probabile che vi troviate nel posto giusto. La prima bozza di un libro, anche se lunga, non dovrebbe durare più di tre mesi in una stagione. — L’ha detto lo zio Steve Scrivere è difficile, come camminare,…