Ave o madre eterna e sfuggente,
non madre di perfezione, ma di presenza,
non regina dei cieli, ma dei grembi vuoti.
Vieni qui, adesso:
siediti accanto a me,
tocca la testa di un figlio stanco
che non chiede più niente
ma sogna soltanto.
Tienimi.
Non spiegarmi
Non correggermi.
Non guarirmi se non vuoi.
Ma resta.
Dimmi che anche se sono rotto,
non sono perso.
Dimmi che anche se mento,
tu sai la verità e non ti sposti.
Dimmi che anche se ho sbagliato tutto,
tu sei venuta lo stesso.
Portami acqua
quando il mio corpo esplode,
Portami buio
quando la luce mi fa male.
Portami sonno
quando voglio sparire.
E quando ti chiamo,
Madre Mia,
fermati e lascia tutto,
fermati e vieni a serdermi accanto:
tienimi la fronte, la testa sul petto,
e guardami come se fossi
il tuo primo e ultimo figlio.
Amen