Come sopravvivere ai Calabresi – Vademecum ufficiale

1. Non contraddirli mai, nemmeno quando ti danno ragione.

Il calabrese ha una sua logica. Non è la tua, non è quella aristotelica, ma funziona. Se lo contraddici troppo, si offende. Se lo contraddici poco, pensa che lo stai sfottendo. Se non lo contraddici per niente… comunque si offende.

2. Ricorda che ogni calabrese ha almeno tre verità: una per sé, una per la famiglia e una per l’amico che gli deve un favore.

La coerenza è sopravvalutata. L’onore, no.

3. Se ti offre da mangiare, dì sì. Sempre. Anche se hai appena fatto colazione, pranzo e merenda.

Rifiutare il cibo è più grave che bestemmiare davanti alla Madonna. Accetta, anche solo “una cucchiaredda giusto per assaggiare”.

4. Non cercare di essere puntuale. Arriva tardi o sembrerai uno sfigato. Arriva in anticipo e sei un ansioso. Il tempismo calabrese è un’arte zen.

Quando ti dicono “alle 5”, iniziano a prepararsi alle 5:20.

5. Se sei fuori sede, preparati psicologicamente al Pacco da giù: un atto d’amore, violenza e colesterolo.

Contenuto medio: due soppressate, tre chili di pasta “quella buona”, una bottiglia non etichettata con liquido infiammabile (potrebbe essere limoncello, potrebbe essere nafta agricola), e i sensi di colpa se non li consumi in tre giorni.

6. Non cercare spiegazioni logiche su chi è parente di chi.

Tuo cugino può essere tuo cugino, il tuo vicino o il vu’cumprà che vendeva le macchinette a tuo nonno. Chiedere “ma in che senso siete cugini ma non siete cugini?” è come chiedere a un’onda perché si muove.

7. Evita di parlare male del paese, della Madonna locale o della mamma di qualcuno, se non sei calabrese.

Ogni calabrese ha il diritto divino di denigrare la propria terra. Tu no. Tu devi solo dire “però è bellissimo eh” anche se ti stanno mostrando una buca grande quanto il Cratere di Vredefort.

8. Fai finta di capire il dialetto. Sorridi nei momenti giusti e non fare domande.

Il dialetto non si impara: ti possiede. Mentre ti spiegano una parola, è già cambiata tre volte.

9. Quando ti offrono qualcosa “senza impegno”, sappi che c’è sempre un impegno.

Vale anche per i caffè, le confidenze e le promesse politiche. Il calabrese non dimentica. Al massimo tace, ma s’u signa.

10. Non cercare di sopravvivere ai calabresi. Unisciti a loro.

Alla fine, ti accorgerai che tutta questa confusione, queste urla, questi inviti forzati, questa ostilità apparente… sono solo una forma primitiva e potentissima di amore.

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