Ho il piacere e l’onore di ri-presentarvi Domenico Campolo nelle sue quattro (per ora) incarnazioni letterarie. L’autore ha scritto quattro importanti libri, che non hanno mai visto una versione cartacea per una precisa scelta etico-editoriale: la cultura, secondo il nostro, a volte va regalata. Ed ecco quindi che vi regaliamo la versione PDF, scaricabile cliccando sulle copertine, delle sue quattro opere, già campioni di download durante il primo lockdown all’interno dell’iniziativa lanciata da questo blog “Libri gratis: gli autori calabresi contro il corona virus“. Buona lettura, S.T. Il Dio Delle Formiche di Domenico Campolo (PDF) Il “Dio delle formiche” è un’opera unica nel suo genere. Il racconto segue la struttura della tragedia greca, affidando però la narrazione degli eventi, tutti legati da una forte morale, a burattini. Gli eventi e le storie così veicolate parlano allo spettatore nel suo intimo portandolo a riflessioni di ampio respiro, in una lettura semplice e mai noiosa con ritmi cadenzati e onirici, fino al tragico e commoventissimo epilogo che, siamo sicuri, non mancherà di sciogliervi il cuore. (Ce ne parla l’autore in persona qui).. . . . . . . . Son dunque un Pittore di Domenico Campolo (PDF) Son dunque un pittore è un foto-diario. Un racconto fatto di immagini e testo, riflessioni e citazioni attraverso una densa vita vissuta e raccontata per mezzo della fotografia. Un libro immediato, coinvolgente pieno di immagini mozzafiato che gridano a gran voce la voglia di vivere e la necessità di conoscere e raccontare il mondo. (Ce ne parla l’autore in persona qui).. . . . . . . Lo Zingaro di Domenico Campolo (PDF) “Lo Zingaro” è una raccolta di poesie durata 4 anni. Uno stile ermetico, onirico, a tratti profetico e a tratti epico. Una lettura intensa, dolorosa, cupa… Una prosa che ha lenito i turbamenti dell’autore ma che potrebbe condurvi in abissi di tormento e angoscia. (Ce ne parla l’autore in persona qui). . . . . . . . . Il paese dei portoni vacanti di Domenico Campolo (PDF) Il Paese dei portoni vacanti è un piccolo comune della penisola Italica. È l’ombra di ciò che era un tempo, un paese che sta lentamente morendo. Attraverso i colori e le ricercate forme delle sue porte questo piccolo libro fotografico, si propone come obbiettivo quello di mostrare l’importanza della memoria e al contempo denunciare un perverso gioco delle parti dove domanda e offerta non trovano punti di contatto. Il paese dei portoni vacanti è la storia di ogni piccolo comune sia a nord che a sud, anche il tuo. (Ce ne parla l’autore in persona qui). . .
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COMU ‘NA JORNATA – di Stellario Belnava [+ libro gratis]
In esclusiva per il nostro sito, abbiamo il piacere di pubblicare l’ultimo lavoro del professore Stellario Belnava: una poesia ritrovata incompleta dopo circa trent’anni e terminata oggi. COMU ‘NA JORNATA Scuràu, ‘ntornu è serenu, l’aria è duci, si queta chjanu chjanu ogni rumuri, è tardu e non si senti cchjù ‘na vuci, scumpàri ogni tormentu, ogni doluri. ‘Sta luci già si perdi dintr’ ‘o scuru, è ‘n’atru jornu ormai chi si ndi va, ‘stu suli russu sta morendu puru e arretu all’orizzonti scindi già. Pari ‘sta vita comu ‘na jornata: era matina, non passava mai, poi fici menzijornu a ‘na volata e ‘mu si faci notti è prontu ormai, e l’anima, chi ‘ntr’a ‘sti quattru mura, non s’accorgìu ca’ no’ era cchjù matina, di sùbitu si ferma, e si spaura……… pensa all’eternità chi si ‘mbicina. (Stellario Belnava, Polistena 31 Ottobre 2021) Di seguito, potete inoltre scaricare e leggere gratuitamente il libro “Il vento degli anni”, che il prof. Belnava ha pubblicato nella sua seconda edizione nel 2016 e che già durante il primo lockdown aveva deciso di mettere a disposizione dei nostri lettori. Cliccate sulla copertina per avviare il download. Il vento degli anni di Stellario Belnava Stellario Belnava, con la raccolta di poesie vernacole dal titolo “Il vento degli anni” (Ed. Laruffa, Reggio Calabria, 1987), fa come sentire, in questa terra ricca di ulivi e d’umori, il rintocco non banale né borioso della sua vibrante sensibilità. Le parole che dice, caramente vernacole, scmbrano assumere e compendiare la complessa articolazione delle situazioni consegnate via via nel tempo alla memoria, evocare, per il loro accattivante tramite, con la sincerità che è propria delle anime semplici e buone.