CINEMA,  Come sopravvivere ai Calabresi

Star Wars + Geologia = Calabria

Quando il mio socio Michele George Lucas Ieraci venne a dirmi: “oh, Saso, giriamo un cortometraggio su Star Wars in Calabria nei posti della nostra splendida regione che somigliano per fauna, flora e caratteristiche geologiche ai mitici pianeti della saga fantascientifica più famosa di tutti i tempi” io sorrisi e dissi “Minchia, di meno niente?”, nel senso che, oh, qui si parlava di set naturali diversi, alcuni estremi, costumi, effetti speciali, droni… e noi eravamo quattro amici al bar, anzi all’inizio solo due, con venti milalire sciancate nella tasca e qualche nozione tecnica mutuata da un curriculum lungo ma amatoriale di nerd fruitori estremi di cultura pop. Però, come disse una volta Rocco Siffredi, più il gioco si fa duro e più i duri… no, aspe’, com’era? Va beh, avete capito: accettai la sfida.
Mike mi inviò il soggetto e mentre io lavoravo allo storyboard (una bozza, eh, scarabbocchiata a penna su dei fogli di carta riciclati, non vi pensate chissà che) lui fabbricava i costumi, le armi e faceva persino le ricognizioni nei posti più belli del nostro sottostimato territorio.
Quindi salirono a bordo Antony Mandaglio, Domenico Menga Manferoce, Vincenzo Papalia, Walter Amato e Francesco Paolo come attori alla loro prima prova, i fotografi Tiziana Surace e Giuseppe Cremona come operatori di camera e altri che non riesco a taggare ma li trovate nella schermata finale del video (mettete pausa ché ognuno di loro si merita un applauso, secondo me).
Quindi Mike produce, scrive, io dirigo e monto quello che, ah già, questa cosa non ve l’ho detta, avrebbe partecipato a un concorso internazionale organizzato tra gli altri da Focus e dalla Società Geologica: ON THE ROCKS: raccontare la geologia attraverso il cinema (una cosa così, se googolate trovate una descrizione più precisa e gli altri video in concorso).
Girammo per una settimana, in tutti i sensi – girammo in macchina per km e km di strade e stradine sgarrupate e girammo km e km di pellicola digitale. Un giorno un attore non venne e io dovetti indossare (disonorevolmente) i panni di Palpatine. Noleggiammo persino un drone con 90 mila lire, uno di quelli che la fotocamera del mio cellulare li faceva meglio i video, ma, oh, il dronista fu bravo e vennero delle belle riprese aeree. Ma non sta a me dirlo, attendo i vostri feedback.
Insomma, dopo altre due settimane di montaggio e missaggio audio, quest’ultimo a opera dell’ottimo Francesco Muratore, inviammo tutto al concorso e incrociammo le dita. Avremmo concorso contro tutto il mondo, quindi, che ne so, fossimo arrivati tra i finalisti saremmo stati contenti lo stesso.
Ma alla fine arrivammo secondi. Dietro a una squadra di argentini. T’oh.
Il video fu mandato per molto tempo sui canali internazionali, lo vedemmo sul satellite grazie a Focus, e poi girò un po’ sulle pagine del concorso. Oggi, a tanti anni di distanza, ve lo ripropongo. Fateci sapere che ne pensate e… buona visione.

Salvatore “Saso” Tigani è un giornalista, scrittore e autore umoristico. È diventato famoso con Come sopravvivere ai Calabresi, ma ha scritto anche cose belle. Alcuni suoi racconti hanno vinto importanti premi letterari e compaiono in raccolte e antologie nazionali. Però è astemio.