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Star Wars + Geologia = Calabria
Quando il mio socio Michele George Lucas Ieraci venne a dirmi: “oh, Saso, giriamo un cortometraggio su Star Wars in Calabria nei posti della nostra splendida regione che somigliano per fauna, flora e caratteristiche geologiche ai mitici pianeti della saga fantascientifica più famosa di tutti i tempi” io sorrisi e dissi “Minchia, di meno niente?”, nel senso che, oh, qui si parlava di set naturali diversi, alcuni estremi, costumi, effetti speciali, droni… e noi eravamo quattro amici al bar, anzi all’inizio solo due, con venti milalire sciancate nella tasca e qualche nozione tecnica mutuata da un curriculum lungo ma amatoriale di nerd fruitori estremi di cultura pop. Però, come disse…
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DENTRO LO SCHERMO – PIÙ VERO DEL VERO, COMUNQUE FALSO: IL REALISMO ESTREMO
DAL MOSTRO DELLA LAGUNA AL LUCERTOLONE DI CLOVERFIELD: È SEMPRE PIÙ DIFFICILE DARLA A BERE ALLO SPETTATORE. Nelle prime scene de Il mostro della laguna nera, la creatura fa la sua prima apparizione nuotando in maniera alquanto goffa per essere un’entità marina. I fondali sono palesemente di cartapesta, così come il pugnale brandito da Lucas nello scontro con Mark è visibilmente di plastica. E sul viso del mostro non ci sono segni di vita (né di sofisticati impianti robotici per dare espressione al volto, quali quelli utilizzati nei moderni Jurassic Park, Alien o Gremlins)[1]. Eppure, il film ha saputo a suo tempo assicurare “spavento e horror in giuste dosi”[2]. Oggi, tuttavia, il…