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Questa non è una pi…zza
Quando sono rimasto bloccato in galleria sul treno più tecnologico del mondo, in un punto imprecisato tra Flam e Bergen, erano già quindici giorni che girovagavo per la Norvegia. Il mio inglese non è magnifico, ma quando si viaggia da soli in terra straniera, lo sapete, il cervello innesca meccanismi di sopravvivenza efficienti. Così, al netto di un accento ridicolo e qualche svarione, sono riuscito a imbastire una conversazione con la vicina di posto e, vista l’occasione propizia, a portarla avanti per le oltre 9 ore di sosta imprevista fra le rocce nude di un tunnel comunque bene illuminato e suggestivo. Chiacchiero quindi con questa ragazza, dal sorriso incorniciato da…
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Articolo de “Il quotidiano del Sud”
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RECELIBRO – “Il diario di uno spalatore avventuroso” di Pino Napoli
Rivolgendosi al lettore con una sincerità disarmante, spesso troppo generosa persino per gli stomaci più forti, Pino Napoli ci racconta la storia di un pusillanime, campione della squadra cosmica dei perdenti, sposato quasi per miracolo a una donna bellissima e padre di un figlio meraviglioso che sente intimamente di non meritarsi. Un uomo che, repellendo se stesso, trasmette al mondo il proprio disagio influenzando la sua identità sociale al punto da farsi terra bruciata intorno. Un uomo che ha fatto della propria commiserazione un’arte e che, quando persino la moglie si stanca di lui, abbandonandolo insieme al figlio e alla sua vita di merda, tocca il fondo di una depressione…
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Che mangiamo stasera?
– Mamma che mangiamo stasera? – Cosa vorresti mangiare? – Non lo so, calamari? – Non ce n’è, calamari. – Pesce spada? – È congelato, se lo tiro adesso fuori dal freezer mangiamo per le 11. – E allora boh, non so. – Possibile che solo pesce vorresti mangiare? – No, no, ci sono le piadine? – Finite. Domani mando papà a comprarle. – E va bene, dai, fai tu. – Eh, ma tu dimmi cosa vuoi che ti cucini e io te lo cucino. – Mamma, che ne so, almeno dimmi cosa c’è in casa. – E cosa c’è? Tante cose! Abbiamo… che ne so… c’è un sacco di…
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Zygmunt Bauman: Che cos’è davvero Facebook
“È solo un sito di incontri”. “Un modo per tenere i contatti con gli amici lontani e organizzare le uscite con quelli vicini”. “È un passatempo”. Sono le risposte più comuni al quesito. “Sicuramente è anche tutto questo” ammette Zygmunt Bauman, sociologo della post-modernità, 83 anni e innumerevoli pubblicazioni alle spalle. Ma cosa “significa” il successo di Facebook? Ciò che rende lecita se non addirittura urgente la domanda è l’incredibile impatto del fenomeno: solo per citare alcuni dati, il principe dei social network conta 500 milioni di utenti regolari (cioè persone reali, al netto di doppi profili e fake) che vi trascorrono in un mese 700 miliardi di minuti; il…
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Hack, la scienza e le “colpe” di Croce
LA professoressa Margherita Hack, invitata dal preside Vincenzo Nasso e dai professori Marcello Anastasi e Girolamo Calogero del Liceo Scientifico Guerrisi di Cittanova, è entusiasta di partecipare ad uno dei pochi eventi organizzati in Calabria per l’Anno Internazionale dell’Astronomia. Ieri ha incontrato gli docenti degli istituti superiori della provincia di Reggio. Un altro incontro è previsto oggi nella sala congressi della Banca di Credito Cooperativa di Cittanova con una relazione su “Le nuove frontiere dell’Astronomia”. Sarà poi premiata dall’orafo Gerardo Sacco con un riconoscimento alla carriera scientifica commissionato dal Liceo. In un’intervista esclusiva al Quotidiano, la Hack commenta lo stato della ricerca in Italia. Nel suo primo discorso da presidente, Obama…
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DENTRO LO SCHERMO – PIÙ VERO DEL VERO, COMUNQUE FALSO: IL REALISMO ESTREMO
DAL MOSTRO DELLA LAGUNA AL LUCERTOLONE DI CLOVERFIELD: È SEMPRE PIÙ DIFFICILE DARLA A BERE ALLO SPETTATORE. Nelle prime scene de Il mostro della laguna nera, la creatura fa la sua prima apparizione nuotando in maniera alquanto goffa per essere un’entità marina. I fondali sono palesemente di cartapesta, così come il pugnale brandito da Lucas nello scontro con Mark è visibilmente di plastica. E sul viso del mostro non ci sono segni di vita (né di sofisticati impianti robotici per dare espressione al volto, quali quelli utilizzati nei moderni Jurassic Park, Alien o Gremlins)[1]. Eppure, il film ha saputo a suo tempo assicurare “spavento e horror in giuste dosi”[2]. Oggi, tuttavia, il…